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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Viale delle Province, nel palazzo occupato nasce l'ambulatorio pediatrico autogestito

Il progetto nasce in collaborazione con gli abitanti dello stabile e un gruppo di studenti di pediatria. Sarà aperto ogni venerdì dalle 16 alle 18. "Negando le residenze, l'art. 5 nega anche l'accesso alle cure"

Un ambulatorio pediatrico autogestito per tutti i bambini del quartiere. E' il progetto che ha preso il via nell'occupazione abitativa di viale delle Province 198, in zona piazza Bologna, nato dall'incontro tra gli occupanti dello stabile e alcuni studenti di pediatria degli atenei romani. L'idea di dare vita a un ambulatorio, che sarà aperto tutti i venerdì dalle 16 alle 18, nasce dalla battaglia che i movimenti stanno portando avanti per il diritto abitativo e contro il piano casa del governo. Come denunciano da tempo gli attivisti, l'articolo 5 del Piano Casa impedisce agli occupanti di ottenere la residenza e, di conseguenza, anche l'accesso a tutta una serie di servizi. "Negando le residenze, l'articolo 5 nega anche l'accesso alle cure mediche di base per tutti e finisce per punire chi riesce a malapena a pagare un affitto" spiega Irene, esponente dei movimenti per il diritto all'abitare e tra le promotrici dell'iniziativa, all'Agenzia Dire.

IL MOTIVO - "Chi vive in occupazione, non essendo registrato e non avendo una residenza, non può accedere ai servizi sanitari di base: dal medico generale alla richiesta per una semplice ricetta medica. La sanità, che dovrebbe essere gratuita e accessibile a tutti, diviene così un ostacolo insormontabile. E a farne le spese sono gli strati più deboli della popolazione, come i bambini appunto" continua. "L'ambulatorio, nato per portare assistenza ai bambini che vivono nelle occupazioni e ai figli dei migranti, si è trovato nell'urgenza di approntare cure anche a bambini italiani che vivono sul territorio, le cui famiglie non possono permettersi di pagare i ticket o le cure di base". Aggiunge Irene: "Vogliamo portare un messaggio forte all'interno della società, che oggi più che mai corre il pericolo di vivere una deriva razzista. Noi pensiamo che prima vengano i poveri, siano essi italiani o migranti: nel bisogno diamoci tutti una mano", aggiunge Irene.

L'AMBULATORIO - All'interno dell'ambulatorio, gli studenti volontari di pediatria cercano innanzitutto di informare e insegnare a famiglie e bambini le basi dell'educazione sanitaria, dando consigli soprattutto sull'igiene di base, di cui molti sono ancora all'oscuro. Nel caso i bambini siano malati o mostrino delle patologie, viene consigliato a quale medico specialista rivolgersi o, in caso di patologie lievi, come febbri o malanni stagionali, vengono consigliate cure o approntati interventi basilari, fino all'avvenuta stabilizzazione del piccolo paziente. "Diamo la possibilità ai bambini di curarsi in un ambiente sereno, in cui sia facile integrarsi e non sentirsi 'diversi'. Inoltre i responsabili delle occupazioni hanno il numero di alcuni di noi volontari: se il bambino ha dei problemi andiamo personalmente a casa del paziente per accertarci delle sue condizioni", racconta Jacopo, un volontario e studente di pediatria. 

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