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Stupro via dei Villini: murata l'ambasciata somala

Le finestre e gli ingressi dell'ambasciata somala sono stati murati per evitare che qualcuno possa di nuovo riaccamparsi. Pochi giorni fa una donna fu stuprata all'interno da due rifugiati

L'ambasciata somala in via dei Villini è pronta per essere chiusa. Dopo lo stupro avvenuto ai danni di una donna, si corre ai ripari: pavimenti sgombri, odore di ammoniaca e al di fuori materassi, guanti, coperte.
Oggi, terminata la pulizia dell'Ama, sono state murate tutte le finestre al piano terra e gli ingressi sul retro, mentre sarà sprangato l'ingresso principale. Da fuori il palazzetto ormai in rovina, sembrerà semplicemente chiuso, ma in realtà diventerà impossibile entrare e tornare a occuparlo.
"E' importante che alla fine si sia raggiunto un accordo con l'ambasciata somala e la Farnesina per permettere questo intervento - dice il sindaco Gianni Alemanno, giunto sul luogo con il delegato alla Sicurezza, Giorgio Ciardi - prima di questo accordo non era possibile intervenire, perché questo territorio é fuori dalla giurisdizione non solo del Comune di Roma, ma anche dello Stato italiano". Al fianco del sindaco l'ambasciatore della Somalia, Hassan Hussein, che non rilascia dichiarazioni. Perciò è Alemanno a spiegare: "Stiamo procedendo alla chiusura totale e alla messa in sicurezza dell'edificio, in attesa che l'ambasciata somalo lo venda o lo ripristini completamente. L'intesa con l'ambasciata é però quella di non tornare a una situazione in cui una tolleranza nei confronti dei connazionali ha portato per anni alla occupazione dell'edificio".
 

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