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San Lorenzo

Ex cinema Palazzo, il dossier della Guzzanti: "Chi c'è dietro la Camene Spa?"

L'intervento di Sabina Guzzanti alla conferenza della Camene Spa e il contro-dossier con le ragioni degli occupanti

Nessuno se l'aspettava e nessuno l'aveva invitata. Ma d'altronde nel comunicato stampa era citata, e quindi, come dice lei, "perchè non esserci"? Sabina Guzzanti, convitato di pietra alla conferenza stampa indetta dalla Camene Spa per l'ex cinema Palazzo occupato, si è materializzata a metà evento lasciando tutti a bocca aperta. 

Accusati di occupazione di proprietà privata e di espropiazione di un cantiere non in sicurezza, gli occupanti di piazza Sanniti hanno potuto contare su un avvocato decisamente combattivo. In un primo momento la paladina Guzzanti ha tentato di prendere la parola ma le urla e gli scontri verbali con Daniele Capezzone del Pdl, presente alla conferenza, hanno avuto la meglio. Uscita quindi dalla sala ha invitato i giornalisti a seguirla e ha distribuito un dossier che, a suo avviso, svelerebbe il tallone d'achille della società che gestisce i locali.
 
Questi in sintesi i punti caldi dell'argomentazione portata avanti dai difensori dell'ex Cinema Palazzo.  
 
I PROTAGONISTI - Chi c'è dietro la Camene Spa? Questo il primo interrogativo a cui gli attivisti tentano di dare una risposta. Si legge: "la Camene Spa nasce nel 2010, attualmente è inattiva e comprende 5 società tutte registrate fra Latina e Viterbo". Ma i nomi e cognomi dei rappresentanti delle suddette società non compaiono e, a detta della Guzzanti, nonostante ne sia stata fatta richiesta ripetute volte, non sono mai usciti fuori. "La Camene Spa - dichiara la Guzzanti - non è in linea con la legge che prevede che qualsiasi società sia riconducibile a persone con nome e cognome".
 
IL BILANCIO - Altro nodo critico riguarda la provenienza dei fondi investiti nel progetto. "La cifra descritta nella Camene a chiusura bilancio annuale è stata di 150 mila euro - si legge - a fronte di un affitto di 18 mila euro, assumendo 50 persone, con 5 mila euro di luce mensile, più tutti i permessi e norme sulla sicurezza, più tutti gli "spettacoli" che la Camene ha intenzione di promovuere, più tutta la pubblicizzazione, come riesce a sostenere i costi? Con un bilancio iniziale di 150 mila euro?
 
L'AUTORIZZAZIONE - Piazza dei Sanniti ricade nel tessuto urbano T4, così come da delibera 36 del 2006. Come indicato nel dossier che si rifa all'articolo 10, "tra le attività che in un T4 non si possono fare rientrano sale per videogiochi, biliardi e altri giochi leciti". Dal momento che "la richiesta di avvio di una casa da gioco si fa allo sportello unico del commercio", gli occupanti si chiedono "come ha fatto lo sportello a dare un eventuale autorizzazione a un'attività che la legge non permette".
 
"La protesta è di tutto il quartiere, non solo dei centri sociali o di movimenti politici - ci tiene a precisare la Guzzanti fuori dall'albergo Nazionale in cui si è tenuta la conferenza della Camene - e le macchinette che rovinano economicamente le persone in realtà servono soltanto per riciclare denaro. Penso che non ci sia bisogno di spiegare perché siamo contrari a far entrare in un quartiere studentesco un’attività del genere”. 
 
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